All’inizio una fuga lunghissima con un decina di corridori tra i quali anche Andrea Palini (Lampre-Merida). A 50 km dall’arrivo restano solo tre: Taylor Phinney (Bmc Racing Team), Daryl Impey (Orica GreenEdge) e Stig Broeckx (Lotto Belisol). Sul Koppenberg, a 44 km, attacca Tom Boonen (Omega pharma-Quick step), riprende i fuggitivi e si porta dietro tutti i migliori nonché alcuni compagni di squadra.
Si avvantaggiano Stijn Vandenbergh (Omega Pharma – Quick Step) e Greg Van Avermaet (Bmc Racing Team) con circa 30″, all’inseguimento dei due Bjorn Leukermans, dietro il gruppo dei big con Peter Sagan (Cannondale) e Sep Vanmarcke (Belkin). Prima del Kwaremont, il gruppo dietro si rinsalda. Sul vecchio Kwaremont, azione di Fabian Cancellara con Sep Vanmarcke. Sul Paterberg, Cancellara e Vanmarcke riprendono davanti Van Avermaet, Vanmarcke e Vandenbergh. I quattro si danno il cambio, tranne quest’ultimo che è gregario di Boonen, con una quarantina di secondi sul gruppo. Se la giocano questi e sul traguardo, allo sprint, Cancellara batte Van Avermaet, Vanmarcke e Vandenbergh. Il miglior italiano è Filippo Pozzato, 17° a 1’25” dai primi quattro.
«Ho provato a chiedere a Dirk (Demol) via radio quanti secondi di vantaggio avevamo, perché l’ultima cosa che volevo era che il gruppo ci riprendesse – ha spiegato Cancellara finita la gara -. Sarebbe stata la fine. Per i telespettatori sono convinto che sia stato un eccitante tratto finale. È stata una battaglia uomo contro uomo e io ho solo continuato a spiengere fino in fondo. L’ho fatto per il team e per mia moglie alla quale avevo promesso i fiori. Mi dispiace per i belgi: ero contro tre belgi alla fine…».
«Da quando sono rimasto solo, sapevo che averi dovuto fare la selezione sul Kwaremont. Sul Paterberg non averi potuto dare di più, ero morto, e dopo go dovuto bluffare per restare con Vandenbergh, Vanmarcke e Van Avermaet. Avrei voluto restare da solo, ma oggi è stato meglio aspettare lo sprint. Vincere da solo sarebbe stato il goal – volevo sollevare la bici appena dopo il traguardo – ma non ero poi dispiaciuto dello sprint, fino ad allora è stata uomo contro uomo. Ancora non so come ho fatto, ma ce l’ho fatta».
«La corsa è stata molto intensa, molto dura. Abbiamo perso molti corridori lungo la strada. Ma ognuno ha fatto la sua piccola parte: Jesse Sergent, Markel Irazar, Hayden Roulston, tutto il team. Tutte queste parti servono per essere in cima alla piramide».
«La corsa è stata molto intensa, molto dura. Abbiamo perso molti corridori lungo la strada. Ma ognuno ha fatto la sua piccola parte: Jesse Sergent, Markel Irazar, Hayden Roulston, tutto il team. Tutte queste parti servono per essere in cima alla piramide».